Il dover rispondere, il non voler dire né sí né no, era tal tormento per lui che avrebbe preferito di cedere tutti i suoi diritti giurisdizionali per esserne liberato.
Ma alla fin fine gli parve aver trovato il vero modo di cavarsela. Figuratevi che talentone!... Avea proprio trovato una gran novità!
- Ma... col tempo... vedremo... combineremo...
- Eh, che tempo d'Egitto! - saltò su con una bella stizza il Venchieredo. - Chi ha tempo non aspetti tempo, Conte carissimo! Io per esempio se fossi in lei vorrei dire subito e per le mie buone ragioni: "Domani non si potrà piú parlare di questo processo!".
- Per esempio! Come è possibile? - sclamò il Conte di Fratta.
- Ah, vedo che torniamo a raccostarci; - soggiunse l'altro - chi cerca il mezzo è già persuaso della massima. E il mezzo è bello e trovato. Tutto sta che lei, signor Conte, sia disposto ad accontentare com'è di dovere i desiderii segreti del Consiglio dei Dieci ed i miei!
Quel miei fu pronunciato in maniera che ricordò lo scoppio d'una trombonata.
- Si figuri!... Son dispostissimo io! - balbettò il poveruomo. - Quando ella mi assicura che anche quelli di sopra vogliono cosí!...
- Sicuro pel minor male - proseguí il Venchieredo. - Sempre intesi che tutto debba succedere per caso, e qui è il bandolo della matassa. Una buona parola a Germano, mi capisce!... un po' di esca e un acciarino battuto su quelle carte, e non se ne parla piú.
- Ma il Cancelliere?
- Non parlerà, stia quieto! ho una parola anche per lui. Cosí si desidera da quelli che stanno in alto, e cosí desidero anch'io: non che la cosa possa aver conseguenze a mio danno; ma mi dorrebbe dover fare qualche rappresaglia a un uomo del suo merito.
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