Pagina (250/1253)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Credetelo - si farà si farà; e in ultima analisi le proporzioni rimarranno le stesse, come nel quadro ingrandito dalla lente. Gli è che la mente indovina sopra di sé un mondo altissimo lontano inaccessibile; e ogni giro, ogni passo, ogni spirale che si mova o si agiti senza raccostarla a quel sognato paradiso non sembrerà moto ma torpore e noia. Che vale andar da Milano a Parigi in trentasei ore piuttostoché in duecento? Che vale poter vedere in quarant'anni dieci volte, in vece che una, le quattro parti del mondo? Né il mondo s'allarga né la vita s'allunga per ciò; e chi pensa troppo, correrà sempre fuori di quei limiti nell'infinito, nel mistero senza luce. Alla Clara e a Lucilio parve lunghissimo quell'attimo che li mise l'uno allato dell'altra; e il tempo all'incontro che camminarono insieme fino alle prime case di Fratta passò in un baleno. E sí che i piedi andavano innanzi a malincuore; e senza accorgersi molte e molte volte s'erano fermati lungo la via discorrendo della nonna, del castellano di Venchieredo, delle loro opinioni in proposito, e piú anche di se stessi, dei proprii affetti, del bel cielo che li innamorava e del bellissimo tramonto che li fece restare lunga pezza estatici a contemplarlo.
      - Ecco come io vorrei vivere! - sclamò ingenuamente la Clara.
      - Come? Oh me lo dica subito! - soggiunse Lucilio colla sua voce piú bella. - Ch'io vegga se son capace di comprendere i suoi desiderii, e di parteciparne!
      - Davvero ho detto che vorrei vivere cosí; - riprese la Clara - ed ora non saprei spiegare il mio desiderio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Milano Parigi Clara Lucilio Fratta Venchieredo Clara Lucilio Clara