Non era forse malcontenta di mostrarle e per questo se ne scusava tanto.
- Addio!... amami, amami! - mormorò Lucilio all'orecchio della Clara; indi, raccolto uno sguardo di lei tutto amore e speranza, si dileguò fuori dell'uscio nella nebbia della campagna. La Clara non poté fare a meno di seguirlo fino sulla soglia, indi perdutolo di vista, tornò a sedere in cucina, ma non presso al foco perché il caldo era grande e aveva asciutte le vesti piú del bisogno. Invece la sua testa i suoi polsi ardevano come tizzoni, e aveva le labbra e la gola riarse quasi per febbre. La Marianna voleva a tutta forza che la mandasse giù un boccone; ma la non volle a nessun patto, e si accontentò d'un bicchier d'acqua. Indi allungò il braccio sulla spalliera della seggiola e vi poggiò sopra il capo nell'attitudine di chi s'appresta a dormire; e la Marianna allora cercò persuaderla di coricarsi di sopra nel suo letto, che le avrebbe messe le lenzuola di bucato. Vedendo poi che eran parole buttate via, la vistosa mugnaia si tacque, e dati i chiavistelli alla porta sedette essa pure su uno sgabello.
- Io voglio che voi andiate a coricarvi - le disse allora la Clara, che, per quanti pensieri per quanti timori avesse per sé, non avrebbe mai commesso una dimenticanza a scapito altrui.
- No signora! bisogna che io stia qui per essere pronta ad aprire ai nostri uomini - rispose la Marianna - altrimenti invece di darla mi toccherebbe pigliare una gridata.
La Clara tornò allora a reclinar la fronte sul braccio, e stette cosí, come si dice, sognando ad occhi aperti, mentre la Marianna dopo aver dondolato un buon pezzo col capo lo appoggiava sopra una tavola cominciando a fiatare colle tranquille e regolari battute d'una robusta campagnuola che dorme della grossa.
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