A queste notizie lo strillare, e il rimescolarsi crebbe di tre tanti; nessuno sapeva cosa si facesse; parevano quaglie insaccate allo scuro in un canestro che danno del capo qua e là alla rinfusa senza cognizione e senza scopo. Lucilio si sfiatava a raccomandare la quiete, e il coraggio; ma era un parlare ai sordi. La sola Clara lo udiva e cercava aiutarlo col persuadere la Contessa a farsi animo e a sperare in Dio.
- Dio, Dio! è proprio tempo di ricorrere a Dio!... - sclamava la signora - chiamateci il confessore!... Monsignore, lei pensi a raccomandarci l'anima.
Il canonico di Sant'Andrea, cui erano rivolte queste parole, non aveva piú anima per sé - figuratevi se avea intenzione o possibilità di raccomandare quella degli altri! In quel momento s'udí lo scoppio di molte schioppettate, e insieme grida e romori e minaccie di gente che sembrava azzuffarsi nella torre. Lo scompiglio non conobbe piú limiti. Le donne di cucina capitarono da un lato, le cameriere la Pisana i servi dall'altro; il Capitano entrò piú morto che vivo sostenuto dalla moglie, e gridando che tutto era perduto. S'udivano di fuori le strida e le preghiere delle famiglie di Fulgenzio e del fattore che chiedevano esser ricoverate nella casa padronale come in luogo piú sicuro. In tinello era un affacciarsi confuso e precipitoso di volti sorpresi e sparuti, un gesteggiare di preghiere e di segni di croce, un piangere di donne, un bestemmiare di uomini, un esorcizzare di monsignori. Il Conte avea perduto la sua ombra che avea stimato opportuno di ficcarsi piú ancora all'ombra sotto il tappeto della tavola.
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