Fu adunque molto maravigliato di sentirsi fermar per una manica dalla fanciulla; e capí cosa annunziava quel gesto. Tuttavia non volle darsi per disperato e si volse a lei con un'unzione veramente paterna.
- Cosa ha figliuola? - diss'egli inzuccherando ogni parola con un sorriso serafico. - Ah capisco! vuol esser lei la prima a recare a' suoi genitori una tanta consolazione! Dopo averli martoriati tanto, forse a fin di bene, le parrà giusto di gettarsi a' loro piedi, di implorar perdono, di assicurarli della sua sommissione filiale! Andiamo dunque; venga pure con me.
- Padre - rispose la Clara per nulla sgomentita da questa finta sicurezza del predicatore - io forse intendo l'obbedienza io un modo differente dal suo. A me pare che obbedire sia un arrendersi oltreché nella lettera, anche nello spirito, ai comandamenti dei superiori. Ma quando uno di questi comandamenti sentiamo di non poterlo osservare pienamente, sarebbe ipocrisia fingere di piegarvisi colle apparenze!
- Ah, figliuola mia! cosa dice mai! sono sottigliezze scolastiche. San Tommaso...
- San Tommaso fu un gran santo, ed io lo rispetto e lo venero. Quanto a me, ripeto a lei quello che dovetti dire alla signora madre, alla nonna, al papà ed allo zio. Io non posso promettere di amare un marito che non potrò amar mai. Obbedire nel concedermi a questo marito sarebbe un obbedire col corpo, colla bocca; ma col cuore no. Col cuore non potrei mai. Laonde mi permetterà, padre, di rimaner zitella!
- Oh, Contessina! badi e torni a badare!
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Clara Tommaso Tommaso Contessina
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