Il suo ragionamento pecca nella forma e nella sostanza. L'obbedienza non ha la lingua cosí lunga.
- L'obbedienza quando è interrogata risponde, ed io non chiamata non avrei risposto mai, ne l'assicuro, reverendo padre!
- Alto là, Contessina! ancora una parola! Ho da dirle tutto?... Ho dunque da spiegarle tutta la virtù che si può cristianamente pretendere da una figliuola esemplare?... Ella si professa pronta ad obbedire tutti quei comandi dei suoi genitori che si sente capace di eseguire!! Ottimamente, figliuola!... Ma cosa le comandano i suoi genitori? Le comandano di sposare un giovine che le viene profferto, nobile, dabbene, ricco, costumato, dall'alleanza col quale proverranno grandi beni a tutte e due le famiglie e all'intero paese! Quanto al suo cuore, essi non le comandano punto. Al cuore ci penserà ella in seguito; ma la religione vuole che la si pieghi intanto in quello che può, e stia certa che come premio di tanta sommessione Dio le largirà anche la grazia di adempiere perfettamente tutti i doveri del suo nuovo stato.
La Clara rimase qualche tempo perplessa a questo sotterfugio del moralista; tantoché egli racquistò qualche lusinga di averla piegata, ma la sua vittoria fu assai breve, perché brevissima fu la perplessità della giovine.
- Padre - riprese ella col piglio risoluto di chi conchiude una disputa e non vuol piú udirne parlare - cosa direbbe ella d'un tale che crivellato dai debiti e nudo di ogni altra cosa si facesse mallevadore d'ottantamila ducati per l'indomane?
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Contessina Dio Clara
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