Pagina (398/1253)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - State tranquillo; - soggiunse il Senatore raccogliendo il foglio, e mettendogli una mano sulla spalla - è un avvertimento e nulla piú; ma vedete che fu quasi una grazia del cielo che la vostra figliuola si rifiutasse a quel matrimonio. Se avesse acconsentito a quest'ora si sarebbero già celebrate le nozze...
      - No, per tutti i santi del cielo! - sclamò il Conte con un gesto di raccapriccio. - Se ella le volesse ora, e se mia moglie con tutte le sue furie pretendesse di celebrarle, con due sole parole io vorrei...
      - Ps, ps! - fece il Senatore. - Ricordatevi che è affare delicato.
      Il castellano rimase colla bocca aperta come il fanciullo colto in flagranti; ma poi cacciò giù un gnocco che aveva in gola e soggiunse:
      - Insomma, Dio sia benedetto che ci ha voluto bene; e siamo salvi da un gran pericolo. Mia moglie saprà che per ragioni forti, nascoste, stringentissime, di quel matrimonio non bisogna piú parlarne, come d'una faccenda non mai sognata. Ella è prudente e si regolerà!...Cospettonaccio! ho paura che la si fosse fatta infinocchiare da quel benedetto padre Pendola!
      Qui egli si tacque e rimase colla bocca aperta un'altra volta perché ad un sberleffo del Senatore conobbe di esser per dire o di aver già detto qualche castroneria.
      - In confidenza - gli rispose il Frumier con quel piglio di maggioranza che ha il maestro sullo scolare - da certe frasi sfuggite al degnissimo padre io credo che non per nulla lo si avesse messo alle coste del giovine Venchieredo!... Potrebbe anche darsi che vedendo vostra moglie incapricciata di dare a costui la sua figliuola egli avesse fatto le viste di secondarla.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Senatore Conte Senatore Dio Pendola Senatore Frumier Venchieredo