- Crede che basterà la collana di diamanti pel regalo di nozze? - gli domandò il nipote avviandosi di paro a lui fuori del castello.
- In vista di questo nuovo incidente aggiungeremo il fermaglio di smeraldi - rispose il Barone. - I Partistagno devono farsi onore ed essere riconoscenti all'amore che sanno ispirareCosí andarono fino a Lugugnana divisando lo splendore delle feste che si sarebbero celebrate nell'occasione delle nozze. Ma qual fu lo stupore d'ambidue, quando al giorno dopo ricevettero una lettera del Conte di Fratta che palesava loro il suo dispiacere per la volontà espressa dalla figlia di consacrare la sua verginità al Signore in un convento! Il giovine dubitava che mai donzella al mondo fosse capace di anteporre un convento a lui; ma di ciò dovette allora persuadersi e ne rimase un po' raumiliato. Peggio poi fu quando per le ciarle della gente venne a sapere che non la donzella voleva ritirarsi in monastero, ma che i suoi volevano cacciarvela in castigo dello aver rifiutato un bel partito come il suo e che Lucilio Vianello era il rivale che gli contrastava il cuore della Clara. Il Barone scappò fino a Caporetto per nascondervi la sua vergogna; il Partistagno rimase per gridare a tutti i canti della provincia che di Lucilio, della Clara e de' suoi parenti si sarebbe vendicato; e che guai a loro se monaca o smonacata non gli mandavano a casa la sposa! Egli continuava a dire che dell'amore di questa era certissimo; com'era anche certo che il malanimo de' suoi e le cattive arti del dottorino la impedivano dal manifestarglielo.
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