Pagina (438/1253)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Era il carattere autentico di Martino, e mi sovvenne allora ch'egli già adulto a forza di scarabocchiare era giunto ad esprimere alla bell'e meglio quanto aveva in capo, per potersene giovare nel render conto delle spese ai padroni. Trovata quella carta mi parve aver tra mano un tesoro, e mi accinsi ad interpretarla benché non mi sembrasse impresa tanto agevole. Pure, cerca e ricerca, aggiungi di qua e togli di là, a forza di ipotesi, di rattoppi e di appiccature, mi venne fatto di cavare un senso da quel viluppo di lettere, vaganti senz'ordine e senza freno come un branco di pecorelle ignoranti. Pareva fossero ricordi o ammaestramenti d'esperienza ritratti da qualche stretta pericolosa della vita, vittoriosamente superata; e a rinfiancarli il buon vecchio aveva aggiunto qualche massima divota e i comandamenti di Dio ove cadevano a proposito. E la scrittura non mancava di qualche rozza eleganza come sarebbe d'un trecentista, o di qualunque uomo che non sa scrivere ma sa pur pensare meglio di coloro che scrivono. Cominciava cosí:
      Se sei al tutto infelice è segno che hai qualche peccato sull'anima; perché la quiete della coscienza prepara a' tuoi dolori un letto da riposarsi. Cerca e vedrai che hai trascurato qualche dovere, o fatto dispiacere ad alcuno; ma se riparerai all'ommissione e al mal fatto, tornerà subito la pace a rifiorir nel tuo cuore, perché Gesù Cristo ha detto: beati coloro che soffrono persecuzione.
      Dimentica i piaceri che ti son venuti di sopra a te; cercali sotto a te nell'amore degli umili.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Martino Dio Gesù Cristo