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      Prima di tutto, se anche la Pisana ti amasse, sarebbe tuo dovere di fuggirla piucchemai, perché approfitteresti d'una sua leggerezza, d'un suo invasamento per contrapporla al desiderio dei parenti. E poi tu sei povero ed ella è ricca; non mi piace porgere appiglio a certe calunnie. E poi e poi ella non ti ama, e la questione è bella e sciolta... Come, come non la mi ama? come sarebbe a dire? Sí, datti pace, Carlino! non la ti ama per nulla; non la ti ama con quell'impeto cieco, intero, perseverante che impedisce ogni considerazione, toglie ogni distanza e confonde anima ad anima. Non la ti ama; e tu lo sai bene, perché di ciò appunto ti crucci e t'arrovelli tanto. Non la ti ama perché sei venuto in questa camera a cercar dalla morte un conforto contro le sue male parole, contro il suo disprezzo. Consolati, Carlino; puoi abbandonarla senza ch'ella ne pigli una sola febbre. Non sei neppur il capo raro che la ne debba soffrire nell'orgoglio. Se tu fossi il poetico Giulio Del Ponte, o lo sfarzoso castellano di Venchieredo ne dovresti avere un qualche rimorso, ma tu!... Eh va là! non te ne sei accorto che qui a Fratta sei appetto a lei come Marchetto, come Fulgenzio, come tutti gli altri una stazione temporanea nel turno de' suoi affetti, un accattone che aspetta la sera del sabato il suo quattrinello d'elemosina. Male, male, Carlino! Qui non è piú questione di doveri verso gli altri, ma di rispetto a te stesso. Sei tu un asino da guardar a terra e da insaccar legnate o un uomo da tener diritta la fronte e da sfidare il giudizio altrui?


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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