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      - Sí, padre, so di essere cristiano per la grazia di Dio!
      - Cosí il Piovano v'insegnò a rispondere; - riprese egli - ed ho tutte le ragioni per credere che non diciate per usanza una bugia. Fino ad ora, Carlino, tutti erano cristiani e perciò una tal dimanda era quasi inutile. La religione stava sopra le dispute; e buoni o malvagi, se non la regola dei costumi, come nei primi secoli di fervore, almeno il vincolo della fede ci stringeva tutti nella gran famiglia della Chiesa. Ora, figliuol mio, i tempi sono mutati; per esser cristiano non bisogna imitare gli altri, ma pensare anzi a fare a rovescio di quanto fanno molti altri. Dietro l'indifferenza di tutti s'appiatta l'inimicizia di molti, e contro questi molti i pochi veramente credenti devono combattere, lottare con ogni sorta di armi per non rimaner sopraffatti. Cioè intendiamoci, non per orgoglio personale, ma perché non rimanga conculcata quella religione fuor della quale non è salute... Carlino, ve lo ripeto, voi siete giovane, siete cristiano; come tale vivete in tempi difficili, e andate incontro a tempi molto piú difficili ancora; ma la difficoltà stessa di questi tempi, se è una sventura comune, se è una vicenda miserevole anche per voi, pel vostro interesse momentaneo e pel decoro della vostra vita è una vera fortuna. Pensateci, figliuolo: volete voi poltrire nell'indifferenza senza pensiero e senza dignità? o volete piuttosto mescervi alla battaglia dell'eternità col tempo, e dello spirito colla carne? Queste avvisaglie presenti condurranno da ultimo a cotali dilemmi, non ne dubitate.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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