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      Volerò invece di camminare!
      - Davvero, Carlino? cosí mi piacete; ma ricordatevi che l'entusiasmo non basta senza il corredo d'una buona dose di criterio e di costanza. Ora io vi ho mostrato quali doveri altissimi e nobili reclamano l'opera vostra, e voi vi siete infervorato nella loro splendida pienezza. Ma poi durante la via vi parrà di ricadere nella levità e piccolezza umana. Non vi spaventate, Carlino. Gli è come un passeggiero che per giungere a Roma dee pernottare molte volte in sucide taverne, e far viaggio con facchini e con vetturali. Soffrite tutto; non abbiate ribrezzo dei passaggi momentanei, sollevate il pensiero alla meta; tenetelo sempre là!
      Io capiva e non capiva; era abbarbagliato da quelle splendide e sonanti parole che prima mi balenavano alla mente con quei grandi fantasmi d'umanità, di religione, di sacrificio, di fede che popolano cosí volentieri i mondi sognati dai giovani. Capiva che o bene o male entrava in una sfera nuova per me; dov'io non era che un atomo intelligente avvolto in un'opera sublime e misteriosa. Con quali mezzi, a qual fine? - Non lo sapeva per fermo; ma fine e mezzi soverchiavano d'assai le mie preoccupazioni erotiche, i miei fanciulleschi rammarichi. Invitato a mostrarmi cristiano, mi sentiva uomo nell'umanità e ingigantiva.
      - Questo in quanto a religione - seguitava con veemenza il reverendo padre. - In quanto alla vostra qualità di cittadino le condizioni sono consimili. Non caleva il pensarci e ogni opera individuale cadeva al suo posto nel gran meccanismo sociale, quando tutti s'accordavano nel rispetto tradizionale alla patria e alle sue istituzioni.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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