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      ... Guardatemi in viso ancora!... Io non sono che un medico, ma vi garantisco che ci vedo piú lungo assai di tutti questi politiconi in toga e parrucca. La Francia omai non è piú solamente in Francia: è in Svizzera, è nell'Olanda, è in Germania, è in Piemonte, è a Napoli, è a Roma, è qui! qui dove parliamo io e voi. Essa lo sa e si raccoglie, per attirarsi intorno le forze attive dei nemici, e sbarazzarsene piú presto in un paio di colpi, e lasciar libero lo slancio agli amici, ai fratelli di qui!... Vedete; cosí per abitudine io vi raccomandava poco fa di parlar adagio, e ora io grido e non me ne curo. Gli è, vedete, che omai hanno paura, e che non si corre nessun pericolo. Voi potete narrare quanto vi ho detto all'avvocato Ormenta ed anche al padre Pendola, che non me ne importerebbe gran fatto.
      In ciò dire Lucilio mi guardava con occhi fiammeggianti e severi, tantoché io fui costretto, contro l'usanza, di chinare i miei. Ma egli ebbe forse compassione di quel mio smarrimento e mi diede una mano a rialzarmi.
      - Quanti anni avete? - mi chiese.
      - Presto ne avrò venti.
      - Solamente venti? animo allora; eravate un bambino e credevano di mettervi la benda, ma io spero che non vi lascerete infinocchiare, o che vi ravvederete finché ne avete il tempo. Coraggio dunque; confessatemi che la vostra amicizia per Amilcare e il vostro interessamento per lui presso di me è un effetto di consigli altrui, non del vostro spontaneo sentimento...
      - Oh chi vuol ella mai che mi spingesse a ciò!?
      - Chi? il padre Pendola per esempio, o l'avvocato Ormenta!


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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