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      - Ma dunque tu vorresti persuadermi dell'impossibile! - riprese egli. - Vorresti darmi a credere che ti dia noia il veder la tua amante crudele verso un altro!... O impostore, o codardo, ecco qual vuoi comparirmi!... Ancora ancora io fui indulgente a crederti impostore. Se cosí non fosse io ti disprezzerei maggiormente, e avrei ribrezzo del tuo vile compianto! come d'un lenocinio pagato.
      - Taci, Giulio, taci! - sclamai trattenendo un impeto di sdegno e ponendogli una mano sulla bocca. - Sí, tu l'hai detto; io inorridisco di vedere non la mia amante, ma colei che amo piú della vita, torturare e uccidere spensatamente un'anima come la tua; vorrei purgarla da questa taccia, risparmiarle questo rimorso!... Poiché, sappilo, Giulio, e vedi se sono sincero, io so e sento di doverla amar sempre e sarebbe per me un dolore infinito quello di amare non una vanerella, non una spensierata, non una sirena, non una furia e un'assassina!...
      - Amala dunque, amala pure! - rispose egli con voce soffocata dai singhiozzi. - Non vedi che sono un'ombra? i tuoi scrupoli vengono tardi; ella mi ha già ucciso; e le sua labbra sono vermiglie dal sangue che mi ha succhiato. Talvolta m'illudo ancora; è superbia, è speranza di vendetta! Ma poi mi torna il coraggio della verità, e godo quasi di scongiurar fronte a fronte la furia che mi divora. Va', io mi vendico fin d'ora della felicità che attende te pure, e che s'aspetta a tutti quelli che aspetteranno pazientemente! Va', se vuoi amare una cosa abbietta, immonda, spregevole, senz'anima, senza cuore e senza ingegno; cerca la bambola istupidita dalla ubbriachezza dei sensi e accecata dall'orgoglio! nata donna nella crudeltà nella sciocchezza nella lascivia, e bambola eterna in tutto il resto, anche nella pietà che è la scusa delle donne e che a lei fu negata per un mostruoso prodigio della natura!


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Giulio Giulio