... I tuoi diritti sono innegabili; nasceste insieme nella corruzione, potete amarvi senza vergogna alla vostra maniera, come si amano i rospi nel pantano, e i vermi nel cadavere!...
La sua voce si era rianimata; egli parlava e camminava come un demente; sentiva scricchiolare i suoi denti come volessero arrotare la punta a quelle parole d'imprecazione e di sprezzo. Ma io era armato nel cuore contro a tali ferite, e lasciai sfogarsi quel suo impeto di furore e di sdegno, finché racquistò almeno la calma della stanchezza. Allora tentai un ultimo colpo, fidando nella rettitudine delle mie intenzioni che Dio sa se potevano essere piú generose.
- Giulio - gli bisbigliai gravemente all'orecchio - tu hai giudicato la Pisana!... Or guarda adunque se cosí come la conosci il tuo orgoglio ti permette d'amarla.
- E tu l'ami pur tu? - rimbeccò egli con fare aspro e riciso.
- Sí, io l'amo; - soggiunsi - perché mi vi usai fin dalla nascita, perché quell'amore non è un sentimento ma una parte dell'anima mia, perch'esso è nato in me prima della ragione, prima dell'orgoglio!
- E in me dunque? - riprese egli quasi piangendo - credi tu che due anni non l'abbiano radicato in me cosí profondamente come in te dodici o quindici?... Credi tu ch'egli fosse un trastullo per me?... Non vedi che muoio solo perché esso mi è tolto? L'orgoglio, tu dici, l'orgoglio?... Sí, io sono superbo; mi duole di cedere altrui quello ch'io possedeva e di non poter nulla nulla per racquistarlo!... Oh se sapessi con quanti spasimi, con quante lagrime, con quante viltà comprerei ora un raggio fuggitivo di bellezza, un barlume momentaneo di spirito, un giorno un giorno solo della mia vita rigogliosa d'una volta!
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Dio Pisana
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