- ripresi dopo un breve silenzio. - Puoi dunque chieder conforto a Dio e rassegnarti.
- Sí, infatti son cristiano! - mi rispose egli - e mi rassegno, e ne do prova bastevole col non ammazzarmi.
- No; dicon che non basta; bisogna seguitare la pratica delle altre virtù cristiane, oltre la rassegnazione; bisogna essere caritatevoli agli altri ed a sé.
- Lo sono fin troppo; non ho ancora schiaffeggiato lei, non ho sbranato quel nobile liscio e cialtrone che mi opprime colla sua arroganza! Ti par poco?...
- Bada, Giulio, che la passione ti fa essere parziale verso te ed ingiusto verso gli altri. La Pisana è colpevole, ma il Venchieredo, per quanto...
- Non parlarmi di lui!... Per pietà non parlarmi di lui, perché mi dimentico alle volte perfino i comandamenti di Dio!...
- Or dunque ti parlerò di me: vedi se la passione ti accieca sui tuoi doveri? Poco fa dovevi ringraziarmi e mi hai insultato!...
- Ti ho insultato perché infatti tutto il tuo contegno di questa sera mi sembra ancora molto bizzarro; ma ora voglio crederti; ti ringrazio delle buone intenzioni. Sei contento?
- Sarei piú contento se volessi aiutarti de' miei consigli per vivere meno infelice!
- Mi aiuterò invece de' miei per morire. Son cristiano, credo al paradiso, e tutto sarà finito. Dubito peraltro di poter morire perdonando!.. Oh sí, ne dubito assai; ma la malattia sarà lunga, mi fiaccherà, e sarò convertito se non da altro dalla debolezza. Dio voglia passarmela buona!...
- No, per carità, Giulio, non finire di avvelenarti con questi tetri pensieri!
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Dio Giulio Pisana Venchieredo Dio Giulio
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