Le case rimanevano abbandonate, i castelli si asserragliavano contro le soperchierie degli sbandati e dei disertori; si sotterravano i tesori delle chiese; i preti si vestivano da contadini o fuggivano nelle lagune. Già da Brescia da Verona da Bergamo le crudeltà, gli stupri, le violenze si scrivevano si lamentavano si esageravano; l'odio e lo spavento s'alternavano nell'ugual misura, ma il secondo invigliacchiva il primo. Tutti fuggivano senza ritegno senza pudore senza provvidenza di sé o della famiglia. Il Capitano e la signora Veronica scapparono credo a Lugugnana dove si nascosero presso un pescatore in un isolotto della laguna. Monsignore non andò piú in là di Portogruaro perché il digiuno lo spaventava piú ancora di Bonaparte. Fulgenzio e i suoi figliuoli erano scomparsi; Marchetto essendo malato s'era fatto trasportare all'ospitale. Ebbi un bel dire e un bel che fare a trattener la Faustina che non la milasciasse solo colla vecchia Contessa; mi restavano poi l'ortolano e il castaldo, che non avendo forse nulla da perdere non s'affrettavano tanto a mettersi in salvo. Ma cosí non poteva stare; tanto piú che i birbaccioni dei dintorni assicurati dal comune spavento imbaldanzivano, e mettevano a ruba or questo or quello dei luoghi piú appartati e mal difesi. D'altronde non era sicuro né dell'ortolano né del castaldo né meno che meno della Faustina; e cosí risolsi prima che il pericolo stringesse maggiormente di far una corsa a Portogruaro a chiedervi soccorso. Sperava che il Vice-capitano mi avrebbe concesso una dozzina di quegli Schiavoni che capitavano tutti i giorni, avviati a Venezia, e che monsignor Orlando mi avrebbe procurato una donna, un'infermiera da porre al letto di sua madre.
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