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      - Cos'è questa novità, figliuoli miei?... - cominciò con voce tremolante. - Oggi è giorno di lavoro, ognuno di voi ha famiglia, come l'ho anch'io; si dovrebbe attendere ciascuno ai proprii doveri, e invece...
      Un evviva alla libertà dei pazzi indemoniati soffocò a questo punto la voce dell'arringatore.
      - La libertà ve la siete presa, mi pare - continuò con un piglio di vera umiltà. - Godetevela, figliuoli miei; in queste cose io non ci posso entrare...
      - Via gli Schiavoni!... Alla corda gli Schiavoni! - sorsero urlando parecchi.
      - I Francesi! viva i Francesi! vogliamo la libertà! - risposero altri.
      Questi signori Francesi mi vennero allora in mente per la prima volta in quel subbuglio; e misero qualche chiarezza nelle mie idee. In pari tempo mi ricordai di Fratta e del perché fossi venuto a Portogruaro; ma quel signor Vice-capitano non mi pareva in cosí buone acque da poter pensare a soccorrere gli altri oltreché se stesso. Egli mostrava una grandissima voglia di ritirarsi dalla loggia, e ci volevano le continue gridate della folla per fare ch'ei rimanesse.
      - Ma signori miei - balbettava egli - non so qual utile io rechi a me ed a voi collo starmene qui sulla pergola in esposizione!... Io non sono che un ufficiale, uno strumento cieco dell'Eccellentissimo signor Luogotenente; dipendo affatto da lui...
      - Non, no!... Deve dipendere da noi! - Non abbiamo piú padroni! - Viva la libertà! - Abbasso il Luogotenente...
      - Badino bene, signori! loro non sono autorità costituite, loro non hanno legittimi magistrati.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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