Pagina (554/1253)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Rimasero come tante statue del convito di Medusa, chi qua chi là per la stanza. Io solo fui d'un salto alla finestra, e vidi giunto alla porta del Capitaniato un drappello di cavalleggieri colle loro lance, e intorno ad essi un tramestio, una confusione di pazzi, di curiosi, di fanatici che parevano disposti a fracassarsi la testa l'uno contro l'altro per le diverse passioni che li agitavano.
      - Vivano i Francesi!... Largo ai signori Francesi!
      Non c'era dubbio; quei cavalleggieri erano francesi, e si misero a picchiare colle loro lance nella porta del Capitaniato, urlando e bestemmiando con tutte le peste e i sacrebleu del loro vocabolario. Io gridai dall'alto che si sarebbe aperto sul momento; e le mie parole furono accolte da un raddoppio di grida e d'entusiasmo nella folla.
      - Bravo il signor Avogadore!... Avanti il signor Avogadore!
      Commosso da tanta bontà io m'inchinai e corsi poi dentro per fare che si aprisse. Ma dentro nessuno mi udiva, tutti fuggivano all'impazzata qua e là per le stanze; alcuni si rimpiattavano negli armadi vuoti dell'archivio; altri cercavano le chiavi delle carceri per mescolarsi ai prigionieri; gli Schiavoni di scolta se l'erano data a gambe per la porticciuola del vicolo, e dovetti scendere io stesso per togliere le sbarre alla porta. Si salvi chi può; appena socchiuse le imposte si precipitò nell'atrio col cavallo e colla lancia un dannato sergente che per poco non m'infilzò da banda a banda; e dietro a lui tutti quegli altri spiritati benché davanti alle soglie ci fosse una gradinata di sette scalini: e poi nell'atrio volteggiavano di gran trotto alla rinfusa quasi per infilar la scala e salir Dio sa dove.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Medusa Capitaniato Francesi Francesi Capitaniato Avogadore Avogadore Schiavoni Dio