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      Il sergente allora si fece a domandare coi modi piú burberi che una sovvenzione di cinquemila ducati gli fosse fatta a titolo di viaria, e che i granai rimanessero aperti in servizio della libertà e dell'esercito francese. Il popolo colse anche questo pretesto per gridar un evviva alla libertà. I tre magistrati tremavano di conserva che parevano tre arboscelli investiti dal zefiro; ma il Cassiere ebbe fiato di rispondere che non avevano ordini, che se si fosse usata la forza...
      - Che forza o non forza! - gli gridò minacciosamente il sergente. - Il generale Bonaparte ha vinto ier mattina una battaglia al Tagliamento; noi abbiamo sparso il nostro sangue in difesa della libertà e un popolo libero ci negherà adesso un qualche ristoro? I cinquemila ducati devono essere sborsati prima di un'ora, e il resto della cassa il Generale comanda che lo si metta a disposizione del popolo. Quanto ai granai, fornito che ne sia il campo a Dignano, si lascino aperti alle famiglie piú bisognose. Ecco i benefici intendimenti dei repubblicani francesi!
      - Vivano i Francesi! Abbasso i San Marchini! Viva la libertà! - gridava la turba infuriando nelle sale dell'ufficio, fracassando mobili e gettando carte e scaffali fuori dalle finestre. Gli altri di fuori strepitavano con peggiori urli per la rabbia di non poter fare altrettanto. Allora mi fu meraviglioso il vedere che la paura cosí pressante e vicina non avesse liberato i tre magistrati dal vecchio e doveroso spavento dell'Inquisizione di Stato. Tutti e tre concepirono l'ugual idea, ma il Vice-capitano fu il primo che si arrischiò di esporla.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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