Soltanto anche un eroe che ha ragione può esser codardo nei modi di farsela. Il partito democratico, che allora poteva chiamarsi ed era infatti francese, non predominava forse a Venezia per numero; sibbene per gagliardia d'animo, per forza d'azione, e sopratutto per potenza d'aiuti. I contrari non formavano partito; ma un volume inerte di viltà e d'impotenza, che dalla grandezza non riceveva alcun accrescimento di forza. I nervi ubbidiscono all'anima, le braccia all'idea, e dove non vi sono né idee né anima, o intorpidisce il letargo o la vita stultizza. I perrucconi veneziani erano nel primo caso. La Legazione francese non il Senato né il Collegio dei Savi governava allora. Essa sotto l'occhio stesso e a marcio dispetto dell'Inquisizione preparava i fili della trama che dovea precipitare dal trono la sfibrata aristocrazia; e buona parte della gente di lettere e di garbo le dava mano in cotali macchinazioni. I Piombi ed i Pozzi erano vani spauracchi; un monitorio dell'ambasciatore Lallement spalancava ai rei di Stato quelle porte che non si riaprivano di solito che ai condannati del capo o ai cadaveri. Il dottor Lucilio si facea notare per la sua fervorosa devozione alla causa dei Francesi; e forse l'addentellato a questo zelo virile si trovava da lungo tempo disposto nelle misteriose turbolenze della sua gioventù. Si sa già ch'egli era, come allora si diceva, filosofo; e fra i filosofi principalmente si cernevano i caporioni delle società secrete, che serpeggiavano fin d'allora cupe e corrosive sotto la vernice crepolante della vecchia società. Ad ogni modo nel suo apostolato liberalesco ei ci metteva tutto il calore tutta l'accortezza di cui era capace; e i patrizi che lo incontravano in Piazza, tremavano, come i peccatori alla notturna apparizione d'un demonio.
| |
Venezia Legazione Senato Collegio Savi Inquisizione Piombi Pozzi Lallement Stato Lucilio Francesi Piazza
|