La Clara per mezzo d'una servigiale del monastero riceveva qualche notizia di Lucilio; ma ciò succedeva di rado e negli intervalli chiedeva conforto alle reminiscenze e alla devozione.
Ma la divozione spostò a poco a poco le reminiscenze, massime quando il confessore e la madre Redenta la ebbero persuasa a non divagare troppo in immagini mondane, e ad abbondare nella preghiera, allora che se ne avea tanto bisogno per gli urgenti pericoli della Repubblica e della religione. Per quelle monache, quasi tutte patrizie, Repubblica di San Marco e religione cristiana formavano un solo impasto; e a udirle parlare delle cose di Francia e dei Francesi sarebbe stato il gusto piú matto del mondo. Nominar Parigi o l'inferno era per esse l'egual cosa; e le piú vecchie tremavano di raccapriccio pensando le orrende cose che avrebbero potuto commettere quei diavoli incarnati una volta entrati in Venezia. Le piú giovani dicevano: - Non bisogna spaventarsi, Iddio ci aiuterà! - E taluna fors'anco che aveva fatto i voti per ubbidienza o per distrazione, sperava di abbisognare quandocchessia di questo soccorso divino. Qui non è il caso di dire che sarebbe stato il soccorso di Pisa; ma ad ogni modo chi non ebbe una decisiva vocazione, non è poi obbligato a cercare e ad adorare la necessità di fingere d'averla avuta. La Clara, piú sincera e meno bigotta, si scandolezzava di queste mezze eresie. Quanto ai Francesi, ella stava colle vecchie, massime dopo l'orrenda tragedia della nonna, che sebbene contata a lei con tutti i debiti riguardi, pure l'aveva fatta piangere lunghi giorni e lunghissime notti.
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