... Credetemi che in tuttociò non c'è di vero la punta d'un chiodo, eppure sarà come fosse vero, perché questi patrizi non è necessario ammazzarli! Sono già belli e morti!
La Conferenza si radunò per la prima volta la sera del trenta aprile nelle camere private del Doge. Questi spifferò un esordio che principiava: "La gravità e l'angustia delle presenti circostanze ", ma le sciocchezze che vi si dissero poi, se designarono bassamente l'angustia, non corrisposero affatto all'accennata gravità delle circostanze. Si tornò a proporre di toccar il cuore del general Bonaparte per mezzo di certo Haller suo amicissimo. E il cavalier Dolfin fu ritrovatore d'un sí decisivo consiglio. Il Procuratore Antonio Cappello, da me conosciuto in casa Frumier, si levò a deriderne la puerilità; e con lui si strinse il Pesaro per far deliberare sulla costanza nella difesa e nulla piú. Infatti le intenzioni dei Francesi non avean oggimai bisogno di esser chiarite, ed era inutile illudersi con vane chimere. Ma i Savi adoperarono in modo che si perdesse il filo di questo discorso; quando sul piú bello giunse al Savio di settimana un piego dell'ammiraglio Tommaso Condulmer, che riferiva l'avanzarsi dei Francesi sulla laguna coll'aiuto di botti galleggianti. La costernazione fu subitanea e quasi generale; alcuni cercavano di cavarsela, altri proponevano si trattasse, o meglio si offrisse, la resa. Fu in quella circostanza che il Serenissimo Doge Lodovico Manin, passeggiando su e giù per la stanza e tirandosi la brachesse sul ventre, pronunciò quelle memorabili parole: "Sta notte no semo sicuri gnanca nel nostro letto ". Il Procurator Cappello mi assicurava che la maggior parte dei consiglieri uguagliava Sua Serenità in altezza d'animo ed in coraggio.
| |
Conferenza Doge Bonaparte Haller Dolfin Procuratore Antonio Cappello Frumier Pesaro Francesi Savi Savio Tommaso Condulmer Francesi Serenissimo Doge Lodovico Manin Procurator Cappello Sua Serenità
|