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      ... Intanto io ti voglio avvertire perché tu assecondi le mire de' tuoi amici e non ti abbia a tirare indietro per falsa modestia. Credi tu di aver retto animo e buone e sode intenzioni?... Credi tu che sia utilissimo metter a capo della cosa pubblica uno che ami il proprio paese e non scenda a patti coi suoi nemici?
      - Oh, sí! padre mio, lo credo!
      - Animo dunque, Carlino! Stasera il signor Lucilio ti parlerà piú chiaro. Allora intenderai, vedrai, deciderai. Tienti daccosto a lui. Non tentennare, non indietreggiare. Chi ha cuore e coscienza deve farsi innanzi coraggiosamente generosamente non per proprio orgoglio ma per l'utilità di tutti.
      - Non temete, padre mio. Mi farò innanzi.
      - Basta per ora che tu ti lasci spingere. Intanto siamo intesi. Tu sarai spalleggiato dai nobili ed hai il favore dei democratici: la fortuna non può fallirti. Io vado dal signor Villetard per metter in ordine qualche ultima clausola. Ci rivedremo stasera.
      Dopo un tale colloquio io rimasi tanto strabiliato e perplesso che non sapeva a qual muro dar il capo. Il maggior malanno si era che ci intendeva ben poco. Io salire ai primi posti, al piú alto seggio forse della Repubblica? Cosa volevan dire cotali sogni? - Certo mio padre avea recato seco dall'Oriente qualche volume di appendice alle Mille e una notte. E cosa volevan dire quelle sue vaghe parole di rivoluzione, di clausole, di che so io? - Il signor Villetard era un giovine segretario della Legazione francese, ma quale autorità aveva il mio signor padre d'ingerirsi con essolui in faccende di Stato?


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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