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      - Misere illusioni! Provatevi a toccarne una sola ed essa vi svanirà fra le dita come l'ala d'una farfalla. Ognuno, almeno una volta in sua vita, ha creduto facile l'impossibile, e onnipotente la propria debolezza. Ma quando, ricredendoci da questa opinione giovanile, qualche cosa di forte qualche cosa di sano ci resta, la vita serba ancora per noi un'ora di riposo se non di gioia. La vera disperazione ci atterra allora soltanto che, tornati alla coscienza della nostra inezia, non troviamo nessun punto ove appoggiare la speranza, nessuna nuvola da appendervi l'orgoglio. Allora lo smarrimento dello spirito ci fa traballare come ubbriachi e cader supini per non piú rialzarci a mezzo il cammino della vita. Non piú labbra che ci sorridono, non piú occhi che ci invitano, e profumo di rose e varietà di prospetti e barbaglio di luce che ne persuada di andar avanti. Il buio dinanzi, ai lati, sul capo; di dietro la memoria inesorabile che, colle immagini dei mali crescenti sempre e dei beni per sempre fuggiti, ci toglie la forza della volontà e la potenza del moto.
      Tale Giulio restava dopo quei notturni delirii d'impotente poesia: tanto piú misero e abbietto, quanto meglio sentiva la vanità di quella sognata grandezza. Come Nerone cred'io egli avrebbe tagliato la testa al genere umano per ottenere dalla Pisana non un sorriso d'amore ma un'occhiata di desiderio, e vedere frementi le labbra e sconfitta l'arrogante sicurezza di quel rivale abborrito. Mettere a sí alto prezzo una semplice occhiata, egli che pochi momenti prima si dava ad intendere d'aver sotto i piedi ogni cosa del mondo!


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Giulio Nerone Pisana