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      L'Aglaura sembrava accanitissima contro i Francesi e non si lasciava scappar l'occasione di chiamarli assassini, spergiuri, e mercanti di carne umana. Ma seppi in seguito che la fuga del suo amante, a cagione del nuovo ordinamento che dovea prendere lo Stato pel trattato di Campoformio, scaldava il sangue greco nelle sue vene giovanili e le faceva trascendere in qualche schiamazzata. Il giorno prima ell'era stata in procinto di ammazzarsi, e suo fratello avea impedito questo atto violento gettandole in canale un'ampolletta d'arsenico già bell'e preparato: perciò lo guardava in cagnesco; ma dentro di sé, fors'anco a riguardo della madre, non era malcontenta che l'avesse trattenuta. E cosí, se maturava ancora fieri propositi pel capo, quello almeno di uccidersi non la molestava piú.
      Quando fu mezzanotte io presi commiato dagli Apostulos, e mi tornai verso casa rivolgendo in capo e Spiro e l'Aglaura, e il Leggendario dei santi; tutto insomma meno la deliberazione che pur doveva prendere quanto alla mia sorte futura. Scrissi intanto a coloro che esulavano in Toscana e nella Cisalpina il terribile caso di Leopardo che mi scusasse del ritardo. Quando anni dopo lessi le Ultime lettere di Jacopo Ortis nessuno mi sconficcò dal capo l'opinione che Ugo Foscolo avesse preso dalla storia luttuosa del mio amico qualche colore, qualche disegno fors'anco del cupo suo quadro. Del resto mi sovviene che in quella notte mi sognai piú della Pisana che di Leopardo; e ciò serva a smascherare l'astuzia.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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