- gridò l'altra per purificarsi intanto le orecchie dalle memorie servili richiamatele dalla compagna. - Indi si mise a darle una idea chiara di quel che fosse Repubblica, accertandola ch'essa era come una padrona che non si prende cura di nulla, che vive e lascia vivere, e non fa lavorare la povera gente a profitto dei ricchi.
- Vedi - soggiungeva essa. - La Repubblica c'è ma nessuno l'ha mai veduta; cosí non se ne prendono soggezione, e ciascuno può gridare fare girare strepitare a sua posta; come se non ci fosse nessuno.
- Eh cosa dite mai che non c'è nessuno? - s'intromise con una vociaccia arrocata dal gran gridare la Lucrezia. - Non vedete che ci sono i Francesi ed anco i Cisalpini?
- Giust'appunto - tornò a chiedere la prima - cosa vuol dire questa Cisalpina?
- Caspita! è un nome come Teresina, Giuseppina e tanti altri.
- No, no, ve lo dirò io cosa vuol dire! - soggiunse la Lucrezia - costei non ne sa proprio nulla.
- Come non ne so nulla?... Tu eh, sei proprio la dottorona!
- Minchiona! non vuoi che me ne intenda? ho ballato intorno all'albero facendo la parte del Genio della libertà; e ho mio fratello nella Legione Repubblicana!...
Io aspettava con tanto d'orecchi questa definizione della Repubblica che stentava a venire, e non badava ai delegati di Mantova e delle Legazioni, non ancora unite alla Cisalpina, che oravano in quel frattempo dinanzi al Direttorio, con grande e nuova testimonianza d'italiana concordia.
- Dunque dunque, via, cos'è questa Repubblica Cisalpina? - chiese con mio gran conforto quella che mi pareva la piú sciocca e pettegola.
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