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      .. Mi capite ora, Carlo!... Io era pazzo!
      Infatti io rabbrividii figurandomi quanto egli avrebbe dovuto soffrire.
      - Pure non ci svelaste nulla! - io replicai.
      - Oh fu un momento, fu un momento che tutto fui per isvelare! cosí credeva che mi sarei vendicato!
      - E vi tratteneste?
      - Per compassione, Carlo, per giustizia mi trattenni! Se il male era già avvenuto, perché punir voi innocenti? Meglio era ch'io partissi recando altrove la mia disperazione la mia gelosia, e lasciando a voi la felicità piuttostoché cambiarla in un rimorso irreparabile!...
      - Oh Spiro! quanto eravate generoso! - io sclamai. - Un'anima come la vostra piú che l'amore e la gratitudine comanda l'ammirazione!...
      L'Aglaura piangeva a cald'occhi stringendomi il braccio con una mano e guardando forse Spiro tra le dita dell'altra.
      - Ditemi ora dove foste per tutte queste ore - io richiesi volgendomi a Spiro.
      - Prima di tutto fui all'aperto, all'aria libera a respirare, a chieder ispirazione da Dio; indi come il cuore mi consigliava tornai in questa casa, interrogai i padroni, i portinai... Oh ci volle poco, Carlo, ci volle poco perché mi ricredessi!... Quel vapore di disperazione s'era disciolto; già mi pareva impossibile che Dio permettesse colle sembianze dell'innocenza una tanta nefandità. Quando poi udii la vita che voi menavate qui, proprio come fratello e sorella, semplice modesta riservata! quando udii i delicati riguardi da voi tenuti sempre verso l'Aglaura, allora la certezza della vostra innocenza mi slargò il cuore, allora compiansi maledii la mia stolta precipitazione e giurai che non avrei lasciato passare una notte senza togliervi dal cuore il coltello ch'io vi aveva confitto!


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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