Pagina (833/1253)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Siccome poi non reputava il signor Ettore maestro consumato in tali faccende, e del resto gli voleva bene assai, cosí mi presi la libertà di suggerirgli un consiglio.
      - Offendetela nella superbia - gli dissi. - Improvvisatele una rivale.
      - Vedrò: - soggiunse egli - intanto tu raggiungi i nostri ad Ancona. A Roma ti saprò dire della bontà o meno del tuo consiglio, che mi ha idea di esser molto vecchio e corrotto dal lungo uso.
      - Sapienza vecchia dà frutto nuovo - io replicai. E corsi via per vedere cosí all'ingrosso Firenze, prima di ripartire per le Marche. A Firenze tutto mi piacque meno l'Arno, che per avere cosí bel nome, è molto piccolo fiume. Però giustizia vuole si osservi che tutti i fiumi soffrono dal piú al meno un tal calo sopra i meriti decretati loro dalla fama. Io trovai soltanto il Tamigi che attenesse la promessa; ed anco fui avvilito di vederlo andar a ritroso ad un minimo buffo d'aria. Per un cosí immenso fiume l'è invero arrendevolezza schifosa! Ma quanti uomini grossi che somigliano al Tamigi! Quante donne che somigliano a Londra! cioè, scusatemi, s'appoggiano volentieri a un fiume che ha molta acqua, molta vastità e dubbia corrente!... Vi fu un pacioloso padovano che in una nota barcarola cantava alla sua bella:
     
      Vieni, somiglia a Londra,
      Sei un basin d'amor!
     
      Egli non avrebbe creduto che io sudassi tanto un giorno per giustificare la lezione un po' arrischiata della sua strofa.
      Dall'Arno all'Adriatico furono tre giorni; e da Ancona a Roma dieci, perché s'avanzava coll'intera legione e non essendo avvezzi a camminar molto, bisognava cominciare con precauzione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Ettore Ancona Roma Firenze Marche Firenze Arno Tamigi Tamigi Londra Londra Arno Adriatico Ancona Roma