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      .. Il suo volto, bello d'una sublime disperazione, si volse precipitosamente... Io fui per cadere come colto da una palla nel petto... Era la Pisana! La Pisana!... Mio Dio! Chi potrebbe esprimere la tempesta che mi si sollevò nel cuore?... Chi può dar un nome a ciascuna di quelle passioni che me lo sconvolgevano? L'amore, l'amore fu la prima, la piú forte, la sola che raddoppiò la virtù del mio petto, e diede all'animo mio un'audacia invincibile!
      La sollevai sulle spalle, e via con essa tra le fiamme, tra i solai scricchiolanti, le mura rovinose, e il rimbombo delle volte crollanti!... Scesi sul dinanzi dove le vampe lasciavano ancora un passaggio; ma da destra e da sinistra sentiva da un'aria infocata affogarmi la gola. Un ultimo sforzo! Chi dirà mai ch'io cada con un tal peso sulle braccia?... Chi dirà mai ch'io abbandoni alle fiamme queste belle membra ch'io ammirai tante volte come l'opera piú perfetta della natura, e questo volto incantevole dove la generosa anima sua trapela lampeggiante, come la folgore tra le nubi?... Io avrei traversato un vulcano senza paura di allentar d'un capello la stretta con cui cingeva quel corpo prezioso e quasi esanime. Foss'ella morta, e io sarei morto io pure per poter pensare nell'istante supremo: "Son caduto per lei e con lei!...". Timori, sospetti, gelosie, vendette che mi avevano gonfiato il cuore un istante s'erano dileguati; l'amore era rimasto solo, colla sua fede che rinasce dalle ceneri come la fenice, colla sua forza che vince la stessa morte perché la disprezza e l'obblia.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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