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      Le strade erano orribili, la notte scura quanto mai, la Pisana, stretta col suo cavallo in mezzo ai nostri, pendeva ora a destra ora a sinistra, impedita di cadere solo dalle nostre spalle che se la rimandavano a vicenda. Era la prima volta che montava a cavallo; e di tratto in tratto aveva coraggio di ridere!...
      - Mi direte poi con quale stregheria giungeste ad ottener tanto dal signor Mammone! - le chiese Lucilio che a quanto pare in certa parte di quel mistero ne sapeva quanto me.
      - Capperi! - rispose la Pisana parlando come lo permetteva lo strabalzar continuo del cavallo. - Egli mi disse che son molto bella; io gli promisi tutto quello che mi domandò; anzi giurai per tutte le medaglie che porta sul cappello. Alle due dopo mezzanotte doveva andarsene ad Andria a ricevere il prezzo della sua generosità! Ah! Ah! - (Rideva la sfacciata del suo generoso spergiuro).
      - Ah per questo vi stava tanto a cuore di partire prima delle due! Ora capisco!
      Allora toccò a me chiedere schiarimenti su tutto il resto: e seppi come, avviati a raggiungermi la Pisana e Lucilio con potenti commendatizie del Carafa, avessero incontrato qualche fuggiasco della banda del Martelli che li avvertí della mia prigionia. Udendo che Mammone dovea giungere l'indomane ad Andria, ve lo aveano preceduto; e là la Pisana avea copiato in parte dalla storia di Giuditta l'astuzia che mi avea salvo dalla forca. Non so tra Mammone ed Oloferne chi fu peggiormente canzonato. Sul far del giorno giunsimo alle prime vedette del campo repubblicano di Schipani, ove Giulio ed Amilcare furono sorpresi e contenti di udire i pericoli da me corsi e fortunatamente superati.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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