Pagina (901/1253)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Stufo delle loro moine io diedi una tal vociata che restarono tutte e tre quasi istupidite e mi lasciarono libero di movermi. Io infilai la porta, presi il cappello nell'anticamera, ed eccomi qui di volo: ma giuraddio, se avessi sostenuto in carré una carica di cosacchi non sbufferei di piú!...
      Io consolai il giovine colonnello delle sue disgrazie; e lo menai poscia dalla Pisana a ricevere i ringraziamenti dovutigli; ma ebbimo cura di cambiar il gatto in un pollo d'India, e perciò non risaltarono tanto i pericoli corsi dal paladino per conquistarlo. Ad ogni modo, grazie alla furberia della cuoca piemontese il brodo ottenne l'aggradimento della padrona; lo si disse un po' insipido per esser di pollo d'India, ma siccome anche i polli soffrivano per la carestia, non ci badò tanto pel sottile. Sono storielle un po' insulse dopo la grande epopea delle mie imprese di Napoli; ma ad ogni stagione i suoi frutti; e quella reclusione di Genova accennava sul principio di volgere in buffo. Soltanto Lucilio non rimetteva nulla della sua consueta gravità; e succiava seriamente le sue radici di cicoria come le fossero polpette di selvaggina, o salsicciotti di pollo.
      Un'altra volta il mugnaio colonnello mi venne a trovare meno rosso e giovialone del solito. Io ne dava la colpa al cavallo salato che cominciava a mancare, ma mi rispose d'aver ben altro pel capo e che m'avrebbe condotto in tal luogo dove forse anch'io sarei partito con tutt'altra voglia che di berteggiare. Per verità io non trovava piú allettamento a simili improvvisate; ma per quanto ne stringessi Alessandro, egli nulla volle dirmi e rispondeva sempre che avrei veduto all'indomane.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Pisana India India Napoli Genova Lucilio Alessandro