- Entra nell'amministrazione dell'armata: - mi diss'egli - ti prometto farti ottenere un bel posto, e ti farai ricco in poco tempo.
- Cosa si fa nell'armata? - soggiunsi io.
- Nell'armata si vince tutta l'Europa, si corteggiano le piú belle donne del mondo, si buscano delle belle paghe, si fa gran scialo di gloria e si va innanzi.
- Sí, sí; ma per conto di chi si vince l'Europa?
- Vattelapesca! c'è senso comune a cercarlo?
- Alessandro mio, non entrerò nell'armata, neppur come spazzino.
- Peccato! ed io che sperava far di te qualche cosa!
- Forse non avrei corrisposto, Alessandro! È meglio che concentri tutte le tue cure verso di te. Diventerai generale piú presto.
- Ancora due battaglie che mi sbarazzino di due anziani e lo sono di diritto: le palle dei Russi e dei Tedeschi sono mie alleate: questo è il vero modo di vivere in buona armonia con tutti. Ma dunque tu vuoi proprio tenerci il broncio a noi poveri soldati?
- No, Alessandro; vi ammiro e non son capace d'imitarvi.
- Eh capisco! ci vuole una certa rigidezza di muscoli!... Dimmi, e di Bruto Provedoni hai notizie?
- Ottime si può dire. Vive con una sua sorella di diciotto o diciannove anni, l'Aquilina, te ne ricordi? le fa da papà, le viene accumulando un po' di dote e si guadagna la vita col dar lezioni in paese. Ultimamente coll'eredità di suo fratello Grifone, ch'è morto a Lubiana per una caduta da un tetto, egli comperò dagli altri fratelli la casa a nome proprio e della sorella. Cosí si liberò anche dalla noia di vivacchiare stentamente insieme ad altri inquilini cenciosi e pettegoli.
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