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      di sorpresa e di piacere: e mi convenne trangugiare in santa pace un beverone infinito di quelle sue còrse castronerie.
      - A proposito! - diss'egli. - Son passato per Milano; me ne congratulo con voi. Anche voi siete passato colà a tempo per ereditare le mie bellezze.
      - Che bellezze mi tirate fuori?
      - Capperi, non è una bellezza la contessina Migliana?... Da quando io le feci fare il viaggio da Roma ed Ancona, la trovai un po' appassitella; ma cosí senza confronti è ancora un'assai bella donna.
      - Che?... La contessa Migliana è...?
      - È l'amica d'Emilio Tornoni, è il mio tesoretto del novantasei! Quanti anni sono passati!
      - Eh, giusto! È impossibile! Mi date ad intendere delle baie!... La vostra avventuriera non si chiamava cosí, e non possedeva né la fortuna né l'entratura nel mondo della contessa Migliana!
      - Oh in quanto ai nomi, ve l'assicura io che la Contessa non ne ha portato nessuno piú d'un mese! Fu un delicato riguardo per ognuno de' suoi amanti. Quanto alle ricchezze, lo dovete sapere anche voi che la sua eredità non le toccò che pochi anni or sono. Del resto il mondo è troppo furbo per diniegare l'ingresso a chi sa pagarlo bene. Avrete veduto di qual razza di gente è ora circondata almeno nelle ore diplomatiche la signora Contessa: or bene, furono costoro che a prezzo d'un po' di vernice e di qualche elemosina per la pia causa, acconsentirono a porre un velo sul passato e a raccogliere la pecorella smarrita nel gran grembo dell'aristocrazia... come la chiamano a Milano?... dell'aristocrazia biscottinesca!


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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