- Vegliare toccherà a voi, bambini! - io rispondeva sorridendo; indi volgendomi a Spiro - non temere, no; - continuava, - quello che ora veggo io, molti lo vedranno in appresso, e tutti da ultimo. La concordia dei pensieri mena alla concordia delle opere; e la verità non tramonta mai ma sale sempre verso il meriggio eterno. Ogni spirito veggente che sale lassù risplende a cento altri spiriti colla sua luce profetica!
Spiro non si acquetava di cotali conforti; egli mi tastava il polso, mi osservava ansiosamente negli occhi come vi cercasse quell'intima cagione del mio male che ai medici era sfuggita.
Finalmente un giorno che eravamo soli si diede animo e mi disse:
- Carlo, in coscienza, confessati a me! Non puoi o non vuoi guarire?
- Non posso, no, non posso! - io sclamai.
In quel momento l'Aglaura entrò precipitosamente nella stanza, dicendomi che una persona, a me molto cara altre volte, voleva vedermi ad ogni costo.
- Ch'ella entri, ch'ella entri! - io mormorai sbigottito dalla consolazione che mi veniva tanto improvvisa. Io vedeva attraverso le pareti, io leggeva nell'anima di colei che veniva a trovarmi; credo che ebbi paura di quel lampo quasi sovrumano di chiaroveggenza e che temetti di mancare al rifluir repentino di tanto impeto di vita.
La Pisana entrò senza vedere senza cercare altri che me. Mi si gettò colle braccia al collo senza pianto senza voce; il suo respiro affannoso, i suoi occhi impietrati e sporgenti fuori dalle orbite mi dicevano tutto. Oh, vi sono momenti che la memoria sente ancora e sentirà sempre quasiché fossero eterni, ma non può né esaminarli né descriverli.
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Spiro Aglaura Pisana
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