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      - Ditemi la verità, Lucilio - soggiunsi io - la salute della Pisana non c'entra per nulla in queste vostre considerazioni?
      - C'entra sí... perché potrebbe guastarsi.
      - Dunque, adesso che parliamo la trovate buona?
      - Mio Dio, si può mai dire quando la salute sia buona o cattiva? La natura ha i suoi segreti e non è dato neppur ai medici indovinarli. Vedete, io son invecchiato nella professione, eppure anche ieri mattina lasciai un malato che mi sembrava in via di miglioramento e a sera lo trovai morto. Sono schiaffi che la natura regala a chi vuol conoscerla troppo addentro e violare la sua misteriosa verginità. Credetelo, Carlo, la scienza è proprio vergine ancora, finora non l'abbiamo che carezzata sulle guance!
      - Oh non credete neppur nella scienza! Ma in cosa credete dunque?
      - Credo nel futuro della scienza, se almeno qualche cometa o il raffreddamento della corteccia terrestre non verrà a guastare l'opera dei secoli. Credo all'entusiasmo delle anime che irrompendo quandocchesia nella vita sociale anticiperanno di qualche millennio il trionfo della scienza, come il matematico calcolatore è prevenuto nelle sue scoperte dalle audaci ipotesi del poeta!
      - E perciò, Lucilio, seguitate il sogno della vostra gioventù, e credete rinfocolare questo immenso entusiasmo colle mene segrete, e colle oscure macchinazioni!...
      - No, non censurate almeno beffardamente quello che non capite. Io non corro dietro a un fantasma; accontento un bisogno. Carlo, le mene non sono sempre segrete, né le macchinazioni oscure!


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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