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      ... Toccate questa cicatrice!... - si scoperse il petto vicino alla gola, - questa la toccai or è l'anno a Novara! Fu inutile; ma la ferita mi rimase.
      - E guardate questa che m'ebbi a Rieti - risposi io rimboccandomi la manica e mostrando il braccio.
      Lucilio mi buttò le braccia al collo con una effusione che non mi sarei mai aspettato da lui.
      - Oh benedette queste anime - diss'egli - che veggono il vero, e lo seguono, benché non ve le spinga una forza irresistibile! Benedetti gli uomini pei quali il sacrifizio non ha voluttà eppure vi si offrono egualmente, vittime volontarie e generose! Sono i veri grandi.
      - Non adulatemi - soggiunsi. - Io andai a Napoli, si può dire, per amor proprio, e avrei anzi un mezzo rimorso di aver sacrificato al mio orgogliuzzo l'interesse della mia famiglia.
      - No, ve lo giuro io, non avete sacrificato nulla. La vostra famiglia vi raggiungerà qui. Voi rivedrete la bella luce del giorno e le desiderate sembianze dei vostri cari. Gli è vero che il sole di Londra non è quello di Venezia; ma la melanconia delle sue tinte s'accorda perfettamente alle pupille lagrimose dell'esule.
      - Mi date anche speranza che la Pisana sarà per allora perfettamente guarita?
      - Perfettamente - rispose con un fremito nella voce il dottore.
      Io tremai tutto che mi parve udire, che so io? una sentenza di morte; ma egli seguitò innanzi parlandomi con tanta pacatezza della malattia della Pisana, e del corso che dovea tenere, e della cura piú adattata e dell'infallibile guarigione, che la memoria di quel funereo perfettamente mi uscí per allora del capo.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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