Il dottore si diede attorno assai per giovarci; d'allora in poi grazie a' suoi spontanei soccorsi non mancammo piú di nulla, ed io mi vergognava di vivere in quel modo d'elemosina, ma egli diceva alla Pisana che avea dei doveri verso la sua futura cognata e non voleva per oro al mondo cedere ad altri il diritto di esserle utile.
- Come? - gli diceva la Pisana - ancora v'incaponite nell'idea di sposar mia sorella? Ma non vedete che l'è vecchia piú ancora d'anima che di corpo e per soprappiù monaca dalle unghie ai capelli?...
- Sono incorreggibile; - rispondeva il dottore - quello ch'io ho tentato a vent'anni, e non son riescito, lo tentai a trenta a quaranta a cinquanta, lo tenterò ai sessanta che sono molto vicini. La mia vita voglio che sia un tentativo ma un forte ostinato tentativo: in tutto sono cosí e beati gli altri se mi imitassero! Battendo si conficca il chiodo.
- Ma non si sconficca l'ostinazione d'una monaca.
- Bene; dunque non parliamone di grazia: parliamo piuttosto della signora Aquilina e dei due ragazzi che dovrebbero star poco ad arrivare. Ne aveste novelle sul loro viaggio?
- Ebbi ieri lettera da Bruxelles - m'intromisi a dir io. - Bruto li accompagna colla sua vecchia gamba di legno. In verità non so come ringraziarvi d'una sí grossa spesa che vi siete addossata.
- Ringraziar me?... Ma non sapete che cento sterline non mi costano che la stesa d'una ricetta? Prolungo di due giornate la gotta aristocratica d'un nobile lord e guadagno di che far viaggiare l'Europa a tutti voi.
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