- Nostra madre ci starà sempre nel pensiero per animarci a imprese grandi e generose - rispondeva Luciano. - Sai com'erano fatte le madri spartane?... Esse godevano di procrear figli per poterli offrire alla patria; e porgendo loro lo scudo dicevano: "O con questo tornate, o sopra questo!". Il che significava: o vincitori o morti; perché sullo scudo si adagiavano i corpi dei caduti per la patria.
Cosí scaldavano a vicenda i due giovinetti; e ognuno sognava o l'eroica gloria di Botzari o la morte sublime di Tzavellas.
S'avvicinava il giorno nel quale Lucilio avrebbe adoperato i mezzi piú squisiti dell'arte per risuscitarmi alla luce. Egli non mi parlava della Pisana, e questa mi sfuggiva sempre per quanto cercassi ammaliarla colle piú tenere carezze. Perfino l'Aquilina ne era gelosa; ma pensando a quanto essa aveva operato per me, non aveva coraggio di lamentarsene. Il silenzio di Lucilio non mi pronosticava nulla di bene, e le rare parole di conforto ch'egli mi volgeva, io le attribuiva piú che a sincerità a premura di tenermi calmo pel giorno della gran prova. Fui beato quando potei dire: sarà dopodimani. Mi batteva il cuore poi al pensare che sarebbe dimani. Quando dissi - È oggi! - fui assalito da tanta impazienza, che credo sarei morto se avessero protratto d'altre ventiquattr'ore. Lucilio si accinse all'opera con ogni voluto accorgimento; si trattava non d'un malato ma d'un amico; se potevasi pretendere un prodigio si era certamente da lui, e certo non gli fallí la fede del paziente.
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