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      Io non sono un medico che crede aver sviscerato tutti i segreti della natura per aver veduto palpitare qualche nervo sotto il coltello anatomico: v'è qualche cosa in noi che sfugge all'esame del notomista e che appartiene ad una ragione superiore perché colla nostra non siamo in grado di capirla. Confidiamo a quel supremo sentimento di giustizia che sembra esser l'anima eterna dell'umanità il destino futuro ed imperscrutabile di quelli che si amano. La scienza, le virtù, i doveri della vita si riassumono in un'unica parola: Pazienza!...
      - Pazienza! - io soggiunsi, piú avvilito che confortato da questi freddi ma inespugnabili ragionamenti. - Pazienza è buona per sé; ma per gli altri?... Avreste voi, Lucilio, la viltà di consigliarmi pazienza pei mali ch'io ho cagionato, per le sventure di cui il rimorso non cesserà mai di perseguitarmi?... Ma non vedete, non comprendete il dolore senza fine e senza speranza che mi strazia le viscere, al solo pensiero che io, io solo abbia affrettato d'un giorno la partenza d'un'anima sí generosa e diletta?... La morte, voi dite, è necessità. Ben venga la morte!... Ma l'assassinio, Lucilio, l'assassinio di quella sola creatura che vi ha amato piú di se stessa, piú della vita, piú dell'onore, oh questo è un delitto che non ha per iscusa la necessità né per espiazione la pazienza. Sia per lavarlo che per dimenticarlo fa d'uopo il sacrifizio di un'altra vita; la morte sola salda il debito della morte.
      - La morte anzi non salda nulla, credetelo a me.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Pazienza Lucilio Lucilio