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      Mi rassegnerei giubilando, e contenta solo nel pensiero che tutti i miei giorni tutti i miei affanni sarebbero consacrati al tuo bene. Tu solo, Carlo, non hai ripudiato l'anima mia. Dall'amor tuo solo cosí generoso e costante presi il coraggio di guardare dentro di me e dire: "Non son poi tanto spregevole se un tal cuore continua ad amarmi." Oh Carlo, perdonami!... Perdonami per carità, se non ti ho amato come tu meritavi!...
      - Alzati, Pisana! le tue preghiere mi svergognano; non avrò piú cuore di guardarti in viso, né di domandarti perdono!... Oh mio Dio!... Come ricordare senza angoscia tutti i momenti nei quali una mia parola d'amore, un mio sguardo umile e mansueto ti avrebbe se non ricompensata almeno fatta persuasa della mia gratitudine? Invece mi rinchiusi ne' miei tristi sospetti e punii col sussiego e col silenzio il sacrifizio piú nobile forse piú costoso che abbia fatto una donna, quello... sí, voglio dirlo, Pisana, quello dell'amor tuo!... E se credeva che non mi amassi piú, perché dunque mi valsi di te come d'una schiava, strascinandoti pel mondo legata miseramente al mio sciagurato destino!... Oh sí, Pisana! fui pur troppo un vile tiranno e un carnefice spietato!...
      - Ed io ti ripeto ancora che o non ti ricordi bene, o dopo tanti anni non conosci per anco la Pisana. Ma non capisci che tutti quelli che tu chiami dolori patimenti sacrifizi, erano per me piaceri ineffabili, colmi d'una voluttà tanto piú dolce quanto piú nobile e sublime? Non capisci che l'indole mia strana e mutabile mi portava forse a stancarmi dei piaceri piú comuni, e a cercare in un'altra sfera anche a rischio di perdermi contentezze diverse e diletti che non avessero paragone nella mia vita passata?


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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