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      Or dunque bisogna fare di necessità virtù... Ad onta de' suoi quarant'anni l'era cosí bella cosí fresca, che ve lo giuro io, molti anche non inglesi sarebbero rimasti accalappiati... L'amico Carlino poi sapeva tutto e pappava in pace... Eh, che ne dite? eh! che buon stomaco!... Peraltro, lo ripeto, bisogna fare di necessità virtù!...
      Piú anche delle indecenti menzogne di Raimondo mi scaldavano la bile i sogghigni e le risate della brigata che tennero dietro alle sue parole.
      Perdetti ogni ritegno e precipitandomi nella stanza ove sedeva quella combriccola, m'avventai addosso a Raimondo stampandogli in viso lo schiaffo piú sonoro che abbia mai castigato l'impudenza d'un calunniatore.
      - Anch'io faccio di necessità virtù! - gridai in mezzo alla confusione di tutti quei conigli che o fuggivano dal caffè o si riparavano tramortiti dietro i tavolini e le seggiole. - Questo ch'io ti diedi fu caparra di giustizia e se chiedi riparazione sai dove sto di casa. I calunniatori sono anche di solito vigliacchi.
      Raimondo tremava e fremeva, ma non sapeva in qual modo difendersi. La sua vigoria naturale, sebbene affranta dalle molli abitudini di tanti anni, gli riscaldava ancora il sangue; ma né la voce gli ubbidiva, né, avvezzo com'era a vedersi passate buone le sue smargiassate, poteva riaversi dalla sorpresa di quel subito assalto. Era come il cane che, dopo aver abbaiato un pezzo e inseguito accanitamente il ladro che fugge, si ritira ben tosto e ripara al pagliaio se quegli ha il coraggio di ripiombargli addosso.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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