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      Col suo gran corpaccione insaccato in una sfarzosa giornea scarlatta, piena d'ori e di fiocchi, egli sembrava a dir poco un qualche grottesco antenato della regina Pomaré. Ma il cuore che batteva sotto quell'assisa indescrivibile era sempre il suo; un cuore di fanciullo insieme e di soldato. Vedendolo, non potei far a meno di instituire in cuor mio un confronto fra lui e il Partistagno: ambidue presso a poco della stessa indole, avviati alla stessa carriera; ma ohimč quanto diversi nella fine! Tanto possono su quei temperamenti ingenui e pieghevoli i consigli, gli esempi, le compagnie, le circostanze: se ne foggiano a capriccio sgherri od eroi.
      - Carlino dilettissimo - mi diss'egli dopo avermi abbracciato sí strettamente che alcune delle sue croci mi si uncinarono negli occhielli del vestito - come vedi ho piantato lí tutto, il ducato l'esercito e l'America per tornare alla mia Venezia!
      - Oh non dubitava: - soggiunsi io - quante volte udendo salire per la scala una pedata insolita ho pensato fra me: che sia Alessandro?
      - Ora contami un poco; qual fu la tua vita di tutti questi anni, Carlino?
      Gli narrai cosí di sfuggita tutte le mie vicende e la conclusione fu di presentargli la mia figliuola che allora appunto entrava nella stanza.
      - Non lo nego; hai sofferto delle grandi sciagure, amico mio; ma ci hai qui delle consolazioni massicce - (e stringeva fra le nocca dell'indice e del medio le guance rotondette della Pisana). - Con tutta la mia duchea non son arrivato a fare altrettanto: eppure ti giuro che tutte le belle brasiliane mi volevano per marito.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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