Io ringrazio questo generoso a me appena noto per figura, di aver innalzato la voce a difendermi fra molti che pochi mesi fa mi si professavano amici. Infatti le sue parole poterono assai, e ad esse devo il guardingo ma nobile rispetto di cui son ora circondato. Cercherò di rendermene degno e saprò grado alla Provvidenza di questi primi conforti ch'ella mi porge a proseguire animoso il mio intento.
Due giovani Partistagno che hanno combattuto valorosamente a Vicenza nell'aprile decorso, erano il primo giorno i miei piú accaniti detrattori; ma in seguito mi spiavano piú vogliosamente degli altri, e pareva quasi bramassero di rappiccare la vecchia amicizia. A me non istava correr loro incontro; li aspettai. Ma oggi sento che partirono per Torino, ove si stanno ordinando alcuni reggimenti lombardi. Anch'io ebbi il ticchio di accorrer colà, e d'inscrivermi in quelle schiere; ma la modestia m'impose nuovamente di non far pompa del mio valore; fors'anco fui consigliato da un resticciuolo d'orgoglio a non esporre la mia penitenza agli sguardi dei conoscenti e degli amici. Parrebbe ch'io chiedessi il perdono delle colpe che non ho; mentre voglio meritarlo di quelle che ho, e pretendo insieme riparazione delle altre iniquamente imputatemi.
In mare, dicembre 1848
Per te, padre mio, per te soltanto io mi tolsi di scrivere questi cenni della mia vita. Acciocché se morissi lontano, tu abbia in quelli una prova che al tutto non fui indegno del nome che porti, e ch'io riprenderò nel sepolcro, o tornando ribenedetto fra le tue braccia.
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