Oh come nei primi giorni d'esiglio mi pesò grave sul capo il sospetto della tua maledizione! Ma tu hai creduto alla veracità delle parole che ti scrissi da Padova; non badando alla mia vita dissoluta e superba t'affidasti alla costanza dei nuovi proponimenti, e appena puoi conoscere il luogo di mia dimora ecco che mi giungono da te parole di lode, di conforto, di benedizione! Oh come ho baciato riverente e commosso quel foglio che mi recava la certezza dell'amor tuo, della tua stima! Ti ringrazio, o padre mio, perché ti sei fatto solidale e rivendicatore dell'onor mio presso i nostri concittadini. Certo che le tue parole meglio che le mie opere varranno a redimermi dal loro disprezzo; ma lascia tuttavia ch'io combatta e vinca da me solo, finché possa non ricompensare ma esser degno della tua tenerezza. Ho baciato e ribaciato la tua lettera, ho accolto con dovuta gratitudine la tua benedizione, e ieri nell'imbarcarmi ne rileggeva il tenore e mi piovevano dagli occhi le lagrime.
- Eh, eh! giovinotto - disse un vecchio marinaio nel darmi braccio a salire sul cassero. - Consolatevi, passerà. Lontan dagli occhi, lontan dal cuore; cosí è l'amore!
Egli credeva che una lettera dell'amante mi facesse piangere a quel modo; credeva che avessi lasciato nella mia patria qualche mesta donzella che sospirasse al mio ritorno forse coll'anello della promessa nel dito!... Felici illusioni!... Che altro ho io lasciato a Venezia se non il disprezzo del mio nome, e, Dio lo volesse appieno, dimenticanza?
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Padova Venezia Dio
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