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      Oh sarebbe cosí dunque, se questa calunniata umanità fosse cosí vile cosí perversa come taluni ce la descrivono e come io la credeva? Costretto ad accettar la sua stima come ricompensa, io vergognai fra me di averla disprezzata senza cognizione di causa, e conobbi che la mia penitenza non era stata soverchia per un sí grave peccato.
     
     
      Roma, 4 luglio 1849
     
      Oh a che giovò mai la nostra perseveranza? Eccoci raminghi in un esiglio che non finirà forse mai piú! La legione è partita per le Romagne e per la Toscana, sperando di colà riguadagnare Venezia o il Piemonte e la Svizzera; ma la ferita che mi si riaperse nelle fatiche di questi ultimi giorni m'impedisce di camminare. Il generale mi forní di alcune lettere per l'America, ove guarito che fossi mi permettessero d'imbarcarmi e mi volgessi colà. Sí! io mi volgerò oltre l'Atlantico! Colombo vi cercava un nuovo mondo: io non domanderò altro che pazienza. Ma sento che l'onore della nostra nazione è affidato a noi poveretti, sbalestrati dalla sventura ai quattro capi della terra. Attività dunque e coraggio! Un popolo non consta altro che di anime; e finché la virtù affoca l'anima mia, la scintilla non è morta. Sempre sarò degno del nome che riconquistai e del paese dove son nato. Tu, padre mio, che ai giorni passati mi lusingava di rivedere e che oggi dispero di abbracciare mai piú, abbiti l'ultimo sospiro del tuo figliuolo proscritto. L'amor mio d'or innanzi sarà senza sospiri e senza lagrime, come quello che si riposa solamente nelle eterne speranze.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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