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      una sacra lavanda: e ognun devotopurificarsi, e via gittar nell'onde
      le sozzure, e del mar lungo la rivaoffrir di capri e di torelli intere
      ecatombi ad Apollo. Al ciel salìavolubile col fumo il pingue odore.
      Seguìan nel campo questi riti. E fermonel suo dispetto e nella dianzi fatta
      ria minaccia ad Achille, intanto Atride
      Euribate e Taltibio a sé chiamando,
      fidi araldi e sergenti, Ite, lor disse,
      del Pelìde alla tenda, e m'adducetela bella figlia di Brisèo. Se il niega,
      io ne verrò con molta mano, io stesso,
      a gliela tôrre: e ciò gli fia più duro.
      Disse; e il cenno aggravando in via li pose.
      Del mar lunghesso l'infecondo lidogivan quelli a mal cuore, e pervenuti
      de' Mirmidóni alla campal marinatrovâr l'eroe seduto appo le navi
      davanti al padiglion: né del vederlicerto Achille fu lieto. Ambo al cospetto
      regal fermârsi trepidanti e chini,
      né far motto fur osi né dimando.
      Ma tutto ei vide in suo pensiero, e disse:
      Messaggeri di Giove e delle genti,
      salvete, araldi, e v'appressate. In voiniuna è colpa con meco. Il solo Atride,
      ei solo è reo, che voi per la fanciullaBrisëide qui manda. Or va, fuor mena,
      generoso Patròclo, la donzella,
      e in man di questi guidator l'affida.
      Ma voi medesmi innanzi ai santi numied innanzi ai mortali e al re crudele
      siatemi testimon, quando il dì splendache a scampar gli altri di rovina il mio
      braccio abbisogni. Perocché delirain suo danno costui, ned il presente
      vede, né il poi, né il come a sua difesasalvi alle navi pugneran gli Achei.
      Disse; e Patròclo del diletto amicoal comando obbedì. Fuor della tenda


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Iliade
di Homerus (Omero)
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