Or dunqueperseverate, generosi Achei,
restatevi di Troia al giorno estremo.
Levossi a questo dire un alto grido,
a cui le navi con orribil ecorispondean, grido lodator del saggio
parlamento d'Ulisse. Ed incalzandoquei detti il vecchio cavalier Nestorre,
Oh vergogna, dicea; sul vostro labbroparole intesi di fanciulli a cui
nulla cal della guerra. Ove n'andrannoi giuramenti, le promesse e i tanti
consigli de' più saggi e i tanti affanni,
le libagioni degli Dei, la fededelle congiunte destre? Dissipati
n'andran col fumo dell'altare? Achei,
noi contendiamo di parole indarno,
e in vane induge il tempo si consuma,
che dar si debbe a salutar riparo.
Tien fermo, Atride, il tuo coraggio, e fermosu gli Achei nelle pugne alza lo scettro:
ed in proposte, che d'effetto votecadran mai sempre, marcir lascia i pochi
che in disparte consultano se in Argo
redir si debba, pria che falsa o verasi conosca di Giove la promessa.
Io ti fo certo che il saturnio figlio,
il giorno che di Troia alla ruïnasciolser gli Achivi le veloci antenne,
non dubbio cenno di favor ne fecebalenando a diritta. Alcun non sia
dunque che parli del tornarsi in Argo,
se prima in braccio di troiana sposanon vendica d'Elèna il ratto e i pianti.
Se taluno pur v'ha che voglia a forzadi qua partirsi, di toccar si provi
il suo naviglio, e troverà primierola meritata morte. Tu frattanto
pria ti consiglia con te stesso, o sire,
indi cogli altri, né sprezzar l'avvisoch'io ti porgo. Dividi i tuoi guerrieri
per curie e per tribù, sì che a vicendasi porga aita una tribù con l'altra,
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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