Movean le schiere intanto in vista egualia un mar di foco inondator, che tutta
divorasse la terra; ed alla pestade' trascorrenti piedi il suol s'udėa
rimbombar. Come quando il fulminanteirato Giove Inarime flagella
duro letto a Tifčo, siccome č grido;
cosė de' passi al suon gemea la terra.
Mentre il campo traversano velocigli Achei, col pič che i venti adegua, ai Teucri
Iri discese di feral novellaapportatrice, e la spedėa di Giove
un comando. Tenean questi consigliogiovani e vecchi, congregati tutti
ne' regali vestiboli. Mischiossitra lor la Diva, di Polėte assunta
l'apparenza e la voce. Era Polėte
di Priamo un figlio che, del pič fidandonella prestezza, stavasi de' Teucri
esploratore al monumento in cimadell'antico Esïeta, e vi spïava
degli Achivi la mossa. In queste formetrasse innanzi la Diva, e al re conversa,
Padre, disse, che fai? Sempre a te piaceil molto sermonar come ne' giorni
della pace; né pensi alla ruinache ne sovrasta. Molte pugne io vidi,
ma tali e tante non vid'io giammaiordinate falangi. Numerose
al pari delle foglie e dell'areneprocedono nel campo a dar battaglia
sotto Troia. Tu dunque primamente,
Ettore, ascolta un mio consiglio, e il poniad effetto. Nel sen di questa grande
cittā diversi di diverse lingueabbiam guerrieri di soccorso. Ognuno
de' lor duci si ponga alla lor testa,
e tutti in punto di pugnar li metta.
Conobbe Ettorre della Dea la voce,
e di subito sciolse il parlamento.
Corresi all'armi, si spalancan tuttele porte, e folti sboccano in tumulto
fanti e cavalli. Alla cittā rimpetto
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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