pagando ammenda che convegna, e taleche ne passi il ricordo anco ai futuri.
Se Priamo e i figli suoi, spento Alessandro,
negheran di pagarla, io qui coll'armesosterrò mia ragione, e rimarrovvi
finché punito il mancator ne sia.
Disse; e col ferro degli agnelli incisele mansuete gole, e palpitanti
sul terren li depose e senza vita.
Ciò fatto, il sacro di Lïeo licoredal cratere attignendo, agl'Immortali
fean colle tazze libagioni e voti;
e qualche Teucro e qualche Acheo s'intesein questo mentre così dire: O sommo
augustissimo Giove, e voi del cieloDii tutti quanti, udite: A chi primiero
rompa l'accordo, sia Troiano o Greco,
possa il cerèbro distillarsi, a luied a' suoi figli, al par di questo vino,
e adultera la moglie ir d'altri in braccio.
Così pregâr: ma chiuse a cotal votoGiove l'orecchio. Il re dardanio allora,
Uditemi, dicea, Teucri ed Achei:
alla cittade io riedo. A qual de' duetroncar debba la Parca il vital filo
sol Giove e gli altri Sempiterni il sanno.
Ma contemplar del fiero Atride a fronteun amato figliuol, vista sì cruda
gli occhi d'un padre sostener non ponno.
Sì dicendo, sul cocchio le sgozzatevittime pose il venerando veglio,
e ascesovi egli stesso, e tratte al pettole pieghevoli briglie, al par con seco
fe' Antènore salire, e via con essoal ventoso Ilïon si ricondusse.
Ettore allora primamente e Ulisse
misurano la lizza. Indi le sortiscosser nell'elmo a chi primier dovesse
l'asta vibrar. L'un campo intanto e l'altrole mani alzando supplicava al cielo,
e qualche labbro bisbigliar s'udìa:
| |
Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
|
|
Priamo Alessandro Lïeo Immortali Teucro Acheo Giove Troiano Greco Teucri Achei Parca Giove Sempiterni Atride Antènore Ilïon Ulisse
|